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CAM e sottoprodotto nell’edilizia: la visione sostenibile di Artigo

Sergio Lenzi di Artigo illustra l'importanza dei CAM e la visione dell'azienda nel panorama della Sostenibilità

Simone Tabellini per Sfridoo

Simone Tabellini

Green Marketer

CAM (Criteri Minimi Ambientali) nell'edilizia: Artigo

Nell’ambito dell’Economia Circolare, i CAM (Criteri Ambientali Minimi) nell’edilizia rappresentano un pilastro fondamentale, guidando le aziende verso modelli di produzione e consumo più sostenibili.

Sergio Lenzi, figura centrale di Artigo da oltre vent’anni, è un esempio lampante di questo impegno.

Artigo, sotto la guida di Sergio e in collaborazione con Sfridoo, è riuscita a realizzare diversi progetti di Simbiosi Industriale trovando opportunità di valorizzazione nel settore dell’edilizia, della moda e dell’automotive.

In questa intervista Sergio ci racconta il suo pensiero e la mentalità sostenibile di Artigo, parlando di CAM nell’edilizia, sottoprodotti e di alcuni progetti di Economia Circolare recentemente conclusi.

Sergio, descrivici Artigo e il tuo ruolo all’interno dell’azienda

Mi chiamo Sergio Lenzi e da 20 anni sono il Responsabile del laboratorio di ricerca e sviluppo di Artigo, nonché esperto di Qualità & Sostenibilità.

Artigo, parte del Gruppo Mondo, ha sempre avuto un forte focus sulla sostenibilità e sui sistemi ESG.

Ci occupiamo di certificazioni di prodotto, essenziali per qualificare i nostri pavimenti in gomma a livello internazionale.

Con radici che risalgono al Gruppo Pirelli negli anni ’60, Artigo è diventata parte del Gruppo Mondo negli anni ’90.

Mondo è conosciuto per le sue piste di atletica e i giocattoli, come il famoso pallone Supertele.

Abbiamo stabilimenti in tutto il mondo e produciamo una vasta gamma di prodotti, dalla pavimentazione all’erba sintetica per il paddle, fino ai giocattoli.

Artigo ha sede in Italia e sono orgoglioso di dire che siamo leader nella pavimentazione, con progetti di rilievo come l’ospedale di Wuhan e l’aeroporto di Pechino.

Come definiresti la normativa CAM e la sua rilevanza per la transizione circolare?

I CAM, o Criteri Ambientali Minimi, sono una risposta europea all’esigenza di promuovere prodotti e servizi sostenibili.

La normativa CAM in edilizia è cruciale per garantire la sostenibilità e l’eco-compatibilità dei prodotti e dei servizi., favorendo la transizione circolare.

Quando parliamo di pavimenti resilienti, come quelli di Artigo, l’innovazione diventa centrale.

Ecco perché ci sono due principali aspetti di innovazione che l’azienda considera.

Il primo aspetto sono i materiali disponibili: mi sono spesso trovato a discutere e fare brainstorming per capire quali materiali fosse possibile usare.

Molti materiali, seppur interessanti, spesso non hanno una filiera, rendendoli impraticabili a livello industriale.

Per esempio, un materiale estetico può richiedere dalle 30 alle 80 tonnellate all’anno, mentre un materiale sostanziale può richiedere fino a 500 tonnellate. Se non esiste una filiera, ci troviamo di fronte a una sfida significativa.

Il secondo aspetto è l’innovazione del prodotto, perché è difficile trovare materiali riciclati che possano sostituire direttamente le materie prime tradizionali.

Per questo motivo, l’innovazione nel modo in cui formuliamo i nostri prodotti è essenziale per incorporare questi materiali riciclati o di recupero.

Quali sono i vantaggi e le sfide nell’utilizzo dei sottoprodotti?

Vedo i sottoprodotti come un’opportunità per l’industria. Offrono flessibilità, una gestione semplificata, ottimizzazione dei processi e garanzia di qualità. Tuttavia, è essenziale avere le competenze giuste per gestire questi materiali.

Nello specifico:

  • Flessibilità nel materiale: oggi posso scegliere se inserire nel mio pavimento materiali di origine riciclata o di origine sottoprodotto. La differenza principale risiede nel fatto che i materiali riciclati provengono da scarti industriali o rifiuti urbani, mentre i sottoprodotti sfuggono a questa definizione.
  • Gestione semplificata: gestire rifiuti implica una serie di regolamentazioni complesse. Le aziende devono ottenere autorizzazioni specifiche, che spesso sono difficili da acquisire e comportano costi significativi. Invece, utilizzando i sottoprodotti, posso bypassare molte di queste complicazioni. Questa gestione più snella permette una maggiore rapidità nei processi e contatti diretti tra produttori e utilizzatori, riducendo i costi.
  • Ottimizzazione dei processi: prevedo che in futuro l’utilizzo dei sottoprodotti diventerà sempre più diffuso. Questo porterà le aziende a creare sinergie e a scambiarsi materiali che prima venivano smaltiti come rifiuti. In pratica, ciò che oggi chiamiamo rifiuto sarà sempre più considerato come un sottoprodotto, e quindi come una risorsa.
  • Garanzia di qualità: il sottoprodotto proviene da aziende o fabbriche che possono garantire un certo standard di qualità. Ad esempio, se decido di utilizzare rifiuti plastici da raccolte urbane, potrei trovare variazioni nella qualità e nella composizione di questi materiali. Ma con i sottoprodotti, ho la garanzia di una qualità costante e controllata.

Quali consigli daresti alle aziende che si avvicinano al tema del sottoprodotto, all’Economia Circolare e alla Sostenibilità?

Se dovessi dare un consiglio a un’azienda che intende approcciarsi al tema del sottoprodotto, suggerirei di circondarsi di esperti competenti in Economia circolare e Sostenibilità.

Trovare un consulente specializzato nella gestione dei sottoprodotti è fondamentale.

Questo perché, come ben sappiamo, non tutti i materiali possono essere qualificati come sottoprodotti.

Avere una persona o un team con le competenze necessarie per discriminare, qualificare e gestire questi materiali è cruciale.

Questo non solo evita possibili sanzioni in caso di controlli, ma garantisce anche che i materiali utilizzati siano adatti al mercato in cui l’azienda opera.

Inoltre, con la giusta competenza a bordo, un’azienda può anche costruire una rete preziosa.

La capacità di collegare settori apparentemente distanti tra loro può aprire opportunità insperate.

Ad esempio, la mia esperienza in Artigo ha mostrato come la collaborazione tra aziende di settori diversi, come l’edilizia e la moda, o l’edilizia e l’automotive, possa essere fruttuosa. 

Ma queste collaborazioni non emergono dal nulla; sono il risultato di relazioni costruite da consulenti capaci di fare da ponte tra le aziende.

In conclusione, la chiave del successo nell’approcciarsi all’Economia circolare e alla sostenibilità risiede nell’investire nelle competenze giuste e nella capacità di costruire reti tra settori diversi.
Questo, a sua volta, può aprire nuove opportunità di business e d’innovazione.

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